Protesto: significato, procedura, conseguenze (2024)

  • Il protesto è un atto pubblico.
  • Viene utilizzato nei casi in cui una cambiale o un assegno sia andato a vuoto, ovvero non sia stato possibile ottenere quanto dovuto dal debitore.
  • La procedura di protesto serve quindi al creditore per riscuotere i propri crediti.

Si ricorre all’atto di protesto – che è un atto pubblico – nei casi di mancato pagamento per mezzo di una cambiale o un assegno. Tale atto dimostra l’esistenza di un credito da saldare da parte di un soggetto debitore.

In particolare, fa riferimento al rifiuto da parte del debitore – chiamato anche protestato – di pagare attraverso la cambiale o l’assegno ricevuto dal soggetto creditore. Il soggetto protestato è una persona che, in relazione alla sua condizione, avrà difficoltà a richiedere prestiti e mutui presso una banca o una finanziaria.

Il protesto ha dunque la funzione di rendere ufficiale un mancato pagamento e di mettere il debitore nella condizione di dover pagare quanto dovuto. Vi si può ricorrere anche nel caso di cambiali lasciate in bianco.

Per redigere l’atto di protesto sarà necessario che il creditore si rivolga a un notaio, oppure a un ufficiale giudiziario. Analizziamo di seguito come funziona la procedura, cosa succede se si va in protesto e quando viene levato.

Protesto – Indice

  • Cosa significa avere un protesto?
  • Protesto: come funziona la procedura
  • Protesto: conseguenze
  • Quanto tempo dura il protesto?
    • Protesto: caratteristiche
  • Protesto: termini
  • Chi toglie il protesto: cos’è riabilitazione
  • Come saldare un protesto?
    • Protesto – Domande frequenti

Cosa significa avere un protesto?

Chi viene protestato? Come già anticipato nelle righe iniziale, i soggetti protestati sono dei debitori che non hanno saldato i propri debiti. Il protesto è l’atto con il quale, tale condizione, viene messa nero su bianco.

Potrebbe trattarsi di un mancato pagamento, ma anche della mancata accettazione dei titoli di credito sopra citati, ovvero la cambiale e l’assegno (che può essere bancario, circolare, oppure postale).

Il termine titolo di credito indica un documento che contiene la promessa di effettuare un dato pagamento a favore della persona che lo ha ricevuto.

La normativa alla quale fare riferimento in relazione al protesto è la seguente:

  • artt. da 51 a 73 del R.D. 14 dicembre 1933 n. 1669, per la cambiale;
  • artt. da 45 a 65 del R.D. 21 dicembre 1933, n. 1736, per l’assegno;
  • legge 12 giugno 1973, n. 349, che è stata introdotta in un secondo momento per apportare alcune modifiche alla disciplina riguardante i due titoli di credito citati.

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Protesto: significato, procedura, conseguenze (1)

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Protesto: come funziona la procedura

La levata di protesto (è questo il nome con cui viene indicato l’atto di protesto) potrà essere redatta dai seguenti soggetti:

  • il notaio;
  • l’ufficiale giudiziario;
  • il segretario comunale, al quale ci si può rivolgere nei Comuni in cui non siano presenti né un notaio né un ufficiale giudiziario.

Questi soggetti prendono il nome di ufficiali levatori. La procedura funziona nel seguente modo:

  • il creditore consegna all’ufficiale levatore il titolo cambiario;
  • quest’ultimo si recherà presso il domicilio del soggetto debitore al fine di richiedere il pagamento di quanto dovuto;
  • in caso di rifiuto, l’ufficiale procederà con la redazione dell’atto di protesto, rendendo così il titolo esecutivo.

Il protesto potrà essere segnato direttamente sulla cambiale, ma di solito viene stilato un documento a parte. Qualora si avesse la necessità di protestare un solo debitore per più debiti, si potrà redigere un unico documento in cui vengono indicati tutti i pagamenti non saldati.

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Protesto: conseguenze

Come abbiamo detto, l’atto di protesto è titolo esecutivo: dalla sua redazione partono tutti gli effetti civili che accompagnano un inadempimento, come per esempio l’atto di precetto e il successivo pignoramento.

Il protesto è inoltre il presupposto per poter esercitare l’azione di regresso. Nel caso di cambiale, il debitore potrà eventualmente tutelarsi se sulla cambiale è riportata la dicitura “senza protesto” o “senza spese”.

Per quanto riguarda, invece, l’assegno bancario il protestato dovrà pagare una sanzione amministrativa. Tale importo si potrà comunque evitare pagando il proprio debito entro 60 giorni dalla scadenza del termine di presentazione dell’assegno.

Il soggetto protestato sarà poi inserito nell’archivio archivio informatizzato degli assegni bancari e postali e delle carte di pagamento istituito presso la Banca d’Italia. Per 6 mesi non potrà emettere assegni.

Per evitare questa sanzione sarà necessario pagare l’assegno, nel rispetto dei termini previsti, assieme a:

  • gli interessi legali applicati;
  • le spese di protesto;
  • la penale del 10%.

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Protesto: significato, procedura, conseguenze (3)

Quanto tempo dura il protesto?

Il protesto sarà inoltre inserito nel Registro informatico dei Protesti. Sarà a quel punto più difficile riuscire a ottenere un prestito o accendere un mutuo in quanto si sarà considerati “cattivi pagatori”.

Il Registro dei Protesti, che contiene i protesti per un periodo di 5 anni dalla loro pubblicazione, è consultabile da tutti tramite la presentazione della relativa istanza. Tale consultazione è possibile tramite visura.

Ci sono diverse modalità di visura dei protesti, ovvero:

  1. tramite attivazione del Servizio Telematico “per l’accesso alle Banche Dati delle Camere di Commercio e alla trasmissione di pratiche telematiche”, disponibile al link registroimprese.it/registrazione;
  2. fissando un appuntamento allo sportello, da chiedere inviando una mail a protesti@cs.camcom.it;
  3. inviando una mail a protesti@cs.camcom.it nella quale si dovrà indicare nome, cognome e codice fiscale nel caso di persona fisica, denominazione e codice fiscale, nell’ipotesi di società.

È previsto un costo per i diritti di cancelleria, pari a 2 euro.

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Protesto: caratteristiche

L’atto di protesto dovrà contenere alcuni elementi fondamentali, ovvero:

  1. la data;
  2. il nome del richiedente;
  3. la città in cui l’atto è stato redatto;
  4. l’oggetto del protesto;
  5. le motivazioni alla base, con la risposta del debitore;
  6. la firma di chi lo redige.

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Protesto: significato, procedura, conseguenze (4)

Protesto: termini

I termini del protesto sono differenti in base al titolo di credito oggetto dello stesso, ovvero cambiale e assegno circolare.

Termini protesto cambialeTermini protesto assegno circolareTermini protesto assegno bancario
scadenza a vista: entro un anno dall’emissione

scadenza determinata: entro uno o 2 giorni feriali dalla data di scadenza riportata sulla cambiale

30 giorni dalla loro emissione
8 giorni per gli assegni pagabili nello stesso Comune

15 giorni per gli assegni pagabili in un Comune diverso da quello in cui sono stati emessi

Chi toglie il protesto: cos’è riabilitazione

Abbiamo visto che il protesto può avere due scopi:

  1. uno di natura processuale, poiché rappresenta il presupposto per esercitare l’azione di regresso;
  2. uno di natura probatoria, in quanto si tratta del documento con cui dimostrare un mancato pagamento.

Il soggetto protestato potrà essere riabilitato, a condizione che dimostri di aver pagato il titolo protestato, che sia trascorso almeno un anno dalla levata di protesto e che non abbia subito ulteriori protesti nel corso dell’ultimo anno solare.

La riabilitazione viene concessa tramite decreto del presidente del tribunale ordinario, su istanza del protestato, la quale prevede la presentazione di:

  • dati anagrafici del protestato;
  • originale del titolo protestato;
  • quietanza liberatoria emessa dal creditore, con la quale si certifica l’avvenuto pagamento;
  • visura camerale, per confermare l’assenza di altri protesti.

Il Presidente del Tribunale avrà 20 giorni per accogliere o rifiutare l’istanza. In caso positivo, sarà pronunciato un decreto di riabilitazione con cui la Camera di Commercio viene autorizzata a cancellare il nome del richiedente dal Registro informatico dei Protesti.Presentando il provvedimento di riabilitazione alla Camera di Commercio, il nome del protestato potrà essere cancellato dal Registro Informatico dei Protesti.

La cancellazione sarà definitiva presentando una copia autentica del provvedimento di riabilitazione alla Camera di Commercio. In caso di rigetto dell’istanza, si hanno 10 giorni per rivolgersi alla Corte d’Appello.

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Protesto: significato, procedura, conseguenze (5)

Come saldare un protesto?

La procedura per rimediare in caso di protesto varia a seconda che il titolo rifiutato sia stato una cambiale o un assegno.Nel caso delle cambiali, il pagamento dovrà avvenire entro un anno, in modo tale da poter richiedere la cancellazione dall’Elenco Ufficiale dei Protesti.

Qualora non si rispettasse tale termine, la cancellazione:

  • sarà possibile solo dopo aver ottenuto il provvedimento di riabilitazione;
  • avverrà in automatico dopo 5 anni di tempo.

In merito agli assegni, invece, il debito dovrà essere saldato entro 60 giorni, pagando anche una penale. In caso di mancato pagamento, chi ha effettuato il protesto manderà alla Prefettura il nome del soggetto protestato.

Sarà quindi stabilita una sanzione monetaria e ci sarà la segnalazione alla Banca d’Italia, che inserirà il nome del debitore nella CAI – Centrale di Allarme Interbancaria.

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Protesto – Domande frequenti

Chi paga le spese del protesto?

Nel caso di mancato pagamento di un assegno entro i termini previsti, al debitore potrebbero essere applicate anche le spese di protesto.

Dove si vedono i protesti?

I protesti si possono consultare pubblicamente inviando una richiesta di consultazione al sito della Camera di Commercio.

Quanto tempo si ha per pagare un assegno protestato?

I termini per il pagamento di un assegno protestato corrispondono a 60 giorni.

Protesto: significato, procedura, conseguenze (6)

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